Leonardo Fabbroni eletto presidente nazionale Confartigianato Legno Ad affiancarlo vice presidenti, Samuele Broglio e Stefano Mazzoleni

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Arezzo- Leonardo Fabbroni è il nuovo presidente nazionale di Confartigianato Legno. Ad affiancarlo, nel ruolo di vice presidenti Samuele Broglio (Piemonte) e Stefano Mazzoleni (Lombardia). A completare il Consiglio nazionale, con il compito di definire le linee politiche generali di azione della categoria, i presidenti regionali Alessandra Cuman (Veneto), Andrea Fantini (FVG) Antonio Menniti (Calabria), Daniele Lampa (Lazio), Enrico Bricca (Emilia Romagna), Matteo Manuali (Marche), Saverio Massimo Marzigliano (Puglia) e Tullio Polo (Trentino). Il programma di mandato del Presidente prevede tra le priorità il rafforzamento delle relazioni con le Istituzioni e con il territorio, il mantenimento delle politiche di incentivazione, essenziali per gli investimenti delle famiglie e l’efficientamento energetico degli edifici, porre in atto azioni per fronteggiare il continuo aumento del prezzo delle materie prime, trovare una soluzione per risolvere il problema del divieto di importazione del legno di betulla da Russia e Bielorussia, intervenire a livello legislativo per calmierare i costi di ritiro e smaltimento del materiale di scarto delle lavorazioni, trovare strumenti e sinergie per meglio orientare i giovani verso le scuole professionali del legno e valorizzare l’alta formazione, mantenere un forte presidio dei tavoli di normazione tecnica nazionali ed europei. “La mia candidatura nasce dalla volontà di proseguire l’impegno dopo aver ricoperto il ruolo di consigliere nazionale” ha affermato Fabbroni. Come molti altri settori anche il comparto legno sta vivendo un periodo di profonda metamorfosi, a cui le nostre imprese fanno fatica ad adeguarsi. Negli ultimi vent’anni, anche a seguito del cambiamento del gusto dei clienti, polarizzato su produzioni standardizzate ed a basso costo, il numero delle imprese si è assottigliato e i vari distretti presenti sul territorio sono entrati in crisi. A ciò vanno aggiunte le difficoltà a reperire risorse qualificate in grado di poter supportare un adeguato passaggio generazionale e d’impresa capace di supportare il mercato e non disperdere il patrimonio culturale di cui i nostri imprenditori sono portatori”.