Verde pubblico nelle città il clima rovente delle ultime settimane riapre il dibattito Saimo Iebba presidente provinciale di Confartigianato Imprese del Verde “È l’occasione per le nostre città di dare spazio a nuove piante forse meno conosciute ma più resistenti alle alte temperature e alla siccità” specifico percorso formativo per i professionisti del settore organizzato nel prossimo inverno da Confartigianato

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Arezzo- Verde pubblico nelle città il clima rovente delle ultime settimane riapre, come ogni anno, il dibattito su come affrontare il gran caldo soprattutto in ambienti urbani dove il disagio generato dalle alte temperature si fa sentire maggiormente rispetto alle aree rurali. “È necessario pensare e soprattutto progettare un piano di riqualificazione del verde pubblico” sottolinea Saimo Iebba presidente provinciale di Confartigianato Imprese del Verde “aumentando la presenza di piante nelle nostre città, facendo leva sui grandi benefici che apporterebbero in termini di raffrescamento e diminuzione delle polveri sottili.”. Se il surriscaldamento globale è un problema da risolvere, rappresenta paradossalmente anche un’opportunità per portare avanti un nuovo concetto di verde pubblico. Molti studi rilevano come la presenza di aree verdi nelle città potrebbe abbassare la temperatura fino a 3°C e la scelta di opportune piante ad alto fusto potrebbe ridurre sensibilmente la CO2 (la betulla bianca assorbe in un anno il doppio di CO2 di un castagno d’india tanto diffuso però nelle nostre città). “È l’occasione per le nostre città di dare spazio a nuove piante forse meno conosciute ma più resistenti alle alte temperature e alla siccità. Fare cioè un giardinaggio che usi la logica della natura per realizzare giardini più compatibili con l’ambiente in cui si realizzano.” puntualizza Iebba. Serve però una solida alleanza, una sinergia, tra amministratori, progettisti, chi si deve occupare della realizzazione ma, soprattutto, devono essere coinvolti coloro che si assumeranno la responsabilità della successiva manutenzione, assolutamente indispensabile per non rendere vano lo sforzo economico messo in campo. “Tutti devono conoscere le essenze che saranno messe a dimora e soprattutto il loro comportamento futuro” precisa “In conclusione è necessario dirigersi verso quello che può essere definito il Giardino Mediterraneo fatto di essenze più resilienti alle alte temperature e che necessitano di basso fabbisogno idrico generando oltretutto una riduzione dei costi in termine di manutenzione per le amministrazioni pubbliche.”. Questo tema sarà oggetto di uno specifico percorso formativo per i professionisti del settore organizzato nel prossimo inverno da Confartigianato. “Così la nostra competenza potrà essere messa a disposizione della collettività per gestire meglio le risorse”.