Aperta la mostra Il Papa Guerriero. Giuliano della Rovere e gli uomini d’arme di Anghiari al Museo della Battaglia Le opere provenienti dalle Gallerie degli Uffizi, Museo Diffuso in futuro in vallata in collaborazione con Sansepolcro, nel segno di Santi di Tito, artista ed architetto del Borgo
Anghiari- Aperta la mostra Il Papa Guerriero. Giuliano della Rovere e gli uomini d’arme di Anghiari al Museo della Battaglia. Questa mostra, che fa seguito all’altra aperta nel 2021 sulla civiltà delle armi e le Corti del Rinascimento, continua a proporre nuove storie sugli uomini d’arme, ceto sociale che contraddistingue Anghiari fra Quattrocento e Cinquecento. Le opere provenienti dalle Gallerie degli Uffizi sono significative per raccontare quel periodo e per descrivere il successo dell’idea leonardesca nella rappresentazione delle battaglie di cavalleria. La mostra si articola in più sezioni. Arte e società degli uomini d’armi anghiaresi, in mostra due tabernacoli lignei la Vergine con Bambino San Giovannino e angeli dello pseudo Pier Francesco Fiorentino e la Madonna con Bambino di Lorenzo di Giovanni di Nofri, detto maestro di San Miniato, che sono esempi di opere devozionali che testimoniano quel clima culturale diffuso nei notabili del tempo, i quali amavano arricchire gli ambienti domestici di manufatti à la page ma ad un costo sostenibile. Federico da Montefeltro ad Anghiari, in mostra c’è il ritratto di Cristofano dell’Altissimo. Giuliano della Rovere ad Anghiari, in mostra il ritratto di papa Giulio II realizzato da Giulio Romano una copia del ritratto di Raffaello. I Mazzoni di Anghiari, visibili documenti di Lorenzo Taglieschi dell’Archivio storico comunale della famiglia anghiarese che era una delle più influenti realtà del notabilato anghiarese fra ‘400 e ‘500. Uomo d’armi e cortigiano, in mostra c’è il dipinto Uomo in armatura della seconda metà del XVI secolo di Anonimo (ambito francese), La fortuna grafica della battaglia di Anghiari, si possono visionare fogli che riproducono il perduto episodio dello stendardo di Leonardo da Vinci che fra i secoli XVI e XIX ha avuto numerose versioni a stampa, tre le opere esposte che fanno riferimento a tre differenti momenti, il primo toscano, gli altri francesi, in cui il soggetto vinciano ha ricevuto meritata fama. L’acquaforte e bulino di Fedi Carboni era inserito in un volume a stampa, comunemente noto come “Etruria pittrice”, L’acquaforte di Haussoullier della calcografia del Louvre che permette di osservare una versione poco nota della Battaglia di Anghiari leonardesca riproducendo una pittura conosciuta come “copia Timbal” dall’omonimo artista e collezionista francese che la possedeva nell’800, opera che è stata recentemente ricondotta ai modi di Fernando Yáñez vissuto tra Quattro e Cinquecento. Sempre di ambito parigino la litografia di Bergeret, considerato un precursore di questa tecnica, e La rappresentazione della ferocia come condanna della discordia con due dipinti in mostra, Battaglie tra Cristiani e turchi di Antonio Tempesta del secondo decennio del XVII secolo e la Battaglia di Cavalleria di Jacques Courtois detto Borgognone della seconda metà del XVII secolo. La vicenda è molto celebre, il 29 giugno del 1440 nei dintorni del ponte che attraversa la reglia dei mulini, sulla strada diritta che corre sotto ed oltre le mura del paese e che conduce a Borgo Sansepolcro, vi è una lotta cruenta fra cavalieri milanesi e fiorentini per la disputa dello stendardo visconteo. Il fatto venne dipinto dalla bottega di Apollonio di Giovanni attorno al 1450 e verrà raffigurato in seguito anche dalla Battaglia di Anghiari di Leonardo Da Vinci, pensata negli anni 1503-1506 ed affrescata a Palazzo Vecchio a Firenze, ma poi andata persa. Un’altra mostra avvincente che sta già riscuotendo apprezzamento e visitatori curiosi delle opere meno conosciute degli Uffizi ed il circuito del Museo Diffuso in futuro potrebbe ulteriormente ampliarsi in vallata in collaborazione con Sansepolcro, nel segno di Santi di Tito, artista ed architetto del Borgo morto a Firenze nel 1603 del quale il Museo Civico conserva un dipinto il Ritratto di Piero della Francesca. E’ un ipotesi allo studio che si è sviluppata ulteriormente anche con la recente visita al Borgo del governatore Eugenio Giani che ha visitato anche del Museo Civico.
Anna Maria Citernesi