Accatastamento camini, stufe e caldaie marzo nuovo termine per mettersi in regola obbligo posticipato in un provvedimento della Regione, Giunta regionale lunedì prossimo Dai sindaci delle aree interne e montane un coro no La politica si mobilita
Arezzo- I controlli a partire da marzo dell’anno prossimo è il nuovo termine per mettersi in regola con l’accatastamento di camini, stufe e caldaie a pellet, l’obbligo di accatastamento è dunque posticipato in un provvedimento della Regione che ha Giunta regionale ha intenzione di approvare lunedì prossimo. I controlli sarebbero dovuti scattare il 1° ottobre scorso, ma vero è che sanzionamenti immediati non sono previsti anche con l’attuale provvedimento, dal momento che riscontrate irregolarità a seguito di verifica con esito negativo ci sono 30 giorni per mettersi in regola, inoltre, vero è che, il metodo, la comunicazione è stata inadeguata come denunciato anche da categorie economiche, sindaci e mondo politico. Il provvedimento risale allo scorso ottobre. Si continua comunque a contestarlo anche nel merito, anche se si inquadra in normative europee e nazionali. Dai sindaci delle aree interne e montane si è levato un coro di no, non ci stanno ad avallare un provvedimento volto a mappare l’intera regione equiparando di fatto l’inquinamento atmosferico, inquinamento da Pm10, delle città a quello delle zone montane. Peraltro spesso prive di metanizzazione e disagiate per quanto riguarda i servizi, il riscaldamento a biomasse oltre che una tradizione rappresenta una micro-economia specialmente quello domestico. I sindaci delle vallate aretine si sono mobilitati. In Valtiberina il sindaco di Pieve Santo Stefano Claudio Marcelli esprime contrarietà alla direttiva regionale mobilitandosi per la sua revoca o sostanziale modifica. “Questa è l’ennesima conferma che il legislatore, a qualsiasi livello, pensa le norme per le città e poi le estende a tutta la Regione, senza rendersi conto, dei danni che così provoca. Una normativa come questa avrà senso farla per tutte le città dove le PM10 superano la soglia, ma non per estenderla a luoghi dove le PM10 sono inesistenti. Come al solito si parla di solidarietà con i comuni piccoli, per i disagi che hanno e per tutelare il territorio montano e poi non ci si ricorda mai che per avere i servizi dobbiamo spendere per spostarci. Obbligare gli abitanti di montagna ad un censimento di questo tipo rischia di far passare un messaggio sbagliato sull’uso delle biomasse, si rischia di criminalizzare un metodo di riscaldamento che forse in città rappresenta un lusso di qualcuno, ma che nei nostri territori è parte integrante del nostro vivere e motore di sviluppo in zone a forte crisi economica e demografica”. Marcelli, come altri suoi colleghi, auspica un ipotesi di modifica della direttiva che “escluda i territori montani da un aggravio del tutto inutile”. Quanti anziani in effetti ed anche meno anziani sapranno destreggiarsi con l’accatastamento online, per mettersi in regola dovranno spostarsi ad Arezzo e quindi spendere. La politica si è già mossa a livello regionale, Fratelli d’Italia, ad esempio, aveva già pensato nei giorni scorsi di presentare una mozione in Consiglio regionale per ritirare e modificare la delibera regionale e si mobilita osservando che sono necessari approfondimenti prima di varare il nuovo provvedimento regionale.
Anna Maria Citernesi