Comparto moda di Confartigianato gli artigiani lanciano un grido di allarme molte aziende chiedono la Cassa integrazione e trascinano nella crisi le piccole imprese dell’indotto “È una crisi che si registra da tempo e che negli ultimi mesi si è aggravata per tutto il settore Confartigianato si è mossa da tempo sia sui tavoli nazionali che regionali Le richieste fatte sono precise: Incentivazione di Fondi strutturali regionali, accedere al fondo per il Made in Italy impostando finanziamenti per liquidità a tasso 0 o calmierato”
Arezzo- Comparto moda di Confartigianato gli artigiani lanciano un grido di allarme con molte aziende che chiedono la Cassa integrazione e che trascinano nella crisi le piccole imprese dell’indotto. “È una crisi che si registra da tempo e che negli ultimi mesi si è aggravata per tutto il settore TAC (tessile, abbigliamento, calzature). I problemi più gravi lamentati dalle imprese sono: il costo del lavoro, il calo degli ordinativi, i costi delle materie prime e dell’energia” spiega Giordano Frangipani presidente provinciale di Confartigianato Moda. Parliamo di un settore nel quale a livello nazionale sono attive 49.593 micro e piccole imprese con 279mila addetti, il 61,5% del totale del settore. Le 34mila imprese artigiane attive danno lavoro a 139 mila addetti, pari al 30,6% dell’occupazione della moda. Nel corso di questi ultimi mesi Confartigianato ha richiesto a varie riprese misure urgenti di sostegno per il comparto moda, alla Regione Toscana, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e al Presidente ABI. “Come presidente provinciale di Confartigianato Arezzo” precisa Maurizio Baldi “voglio anche porre l’attenzione sul fatto che in realtà questa crisi investe tutta l’economia quindi il rischio è che si allarghi a macchia d’olio e non sia circoscritta al solo comparto moda. Le stesse commesse sono frammentate, l’incertezza che regna fa mancare la programmazione e di conseguenza si attiva una spirale pericolosa che richiede interventi immediati. Confartigianato si è mossa da tempo sia sui tavoli nazionali che regionali” sottolinea “Le richieste fatte sono precise: Incentivazione di Fondi strutturali regionali, accedere al fondo per il Made in Italy impostando finanziamenti per liquidità a tasso 0 o calmierato. Queste potrebbero essere due delle tante strade percorribili”. “Al Governo, in particolare, abbiamo fatto 3 proposte e richieste specifiche” spiega Frangipani “non più procrastinabili: la sospensione dei versamenti contributivi ed erariali per 12 mesi a partire dal 1 Giugno prossimo e il rientro graduale dei contributi e delle imposte dovute attraverso 4 rate trimestrali a tasso zero di cui la prima al 30 giugno 2025; la CIG in deroga a valere per tutte le tipologie di imprese della moda (artigiane, di persone, di capitali) per 6 settimane sotto e sopra i 15 dipendenti e /o il rifinanziamento degli Enti bilaterali, e l’esenzione delle quote di partecipazione alle manifestazioni di ICE Agenzia fino al 31 luglio 2025”.