Mobili made in Italy “Innovazione, design e diversificazione per reagire alla guerra dei dazi” il presidente di Confartigianato Legno e Arredo Leonardo Fabbroni “La nostra filiera strategica per l’economia”

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Arezzo- “Il settore del mobile italiano è caratterizzato da una diffusa presenza di imprese artigiane che producono innovazione con un intenso uso del design e della progettazione tecnica ed estetica. I numeri confermano il valore strategico della nostra filiera, un’eccellenza che coniuga artigianalità, design e capacità innovativa. Di fronte alle difficoltà imposte dalla guerra dei dazi, le nostre imprese devono reagire puntando sulla qualità e sulla diversificazione dei mercati. È proprio l’identità del Made in Italy, radicata nel territorio e proiettata nel mondo, che rappresenta la nostra forza competitiva più autentica” ad affermarlo è il presidente di Confartigianato Legno e Arredo Leonardo Fabbroni, suffragando i dati emanati dall’Ufficio Studi di categoria, all’indomani della nuova politica commerciale comunicata dal presidente degli USA, Donald Trump. Tra i settori della manifattura, quelli del mobile e delle imbarcazioni da diporto presentano la quota più elevata di imprese che gestiscono progetti di innovazione mediante il design. Nel mobile si tratta del 32,4% delle imprese con almeno tre addetti, quota pressoché doppia del 17,0% della media del manifatturiero. La design industry al centro del Mondo è il motivo conduttore del 63° Salone del Mobile, che apre a Milano martedì prossimo, con oltre 2.100 espositori provenienti da 37 Paesi. L’alta vocazione artigiana delle imprese del legno-arredo, l’elevata qualità del prodotto e la diversificazione dei mercati, nell’era dell’incertezza dominata dalla guerra dei dazi, sono fattori di successo per il comparto del legno-arredo, in cui a fine 2024 operano 51.497 imprese, di cui 29.566 (57,4%) nel legno e 21.931 (42,6%) nei mobili. La vocazione artigiana è elevata con 33.280 imprese artigiane, di cui 20.978 (71,0%) nel legno e 12.302 (37,0%) nei mobili. Il peso delle imprese artigiane nel legno-arredo è del 64,6%, con il 71,0% nel legno e il 56,1% nei mobili. Sale la difficoltà di reperimento dei designer, le competenze relative al design del capitale umano sono un fattore chiave di successo per l’innovazione di prodotto nel mobile. L’analisi dei dati rilevati da Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali evidenzia che nel 2024 le imprese italiane indicano 21.470 entrate di disegnatori industriali, di cui il 66,9% sono difficili da reperire, quota che è in aumento rispetto al 60,2% del 2023 e al 59,1% del 2022. Diversificazione dei mercati per ridurre l’impatto della guerra dei dazi, nel 2024 il made in Italy dei mobili vale 11.442 milioni di euro, segnando una flessione del 2,6% su base annua. Il calo delle esportazioni preoccupa in un contesto caratterizzato dalla crisi della manifattura che, pur colpendo maggiormente moda e meccanica, riverbera effetti anche nel legno e arredo, con la produzione che nel 2024 scende del 5,7% nel legno e del 2,9% nei mobili, come evidenziato nel 33° report congiunturale di Confartigianato. Tra i dieci maggiori mercati, che cumulano i due terzi (65,7%) dell’export totale dei mobili, si è osservato un aumento delle vendite a doppia cifra per Emirati Arabi Uniti con 23,4% e Polonia con 16,9%. In crescita anche Stati Uniti con 1,2% e Spagna con 0,9%. Tenuta per Belgio (export stazionario) e Svizzera con -0,3%, mentre segnano una flessione Francia con -2,6%, Germania con -7,9%, Regno Unito con -8,6% e Cina con -19,2%. I dazi penalizzeranno in modo diffuso la crescita dell’export nei paesi dell’Eurozona, e per le imprese diventa strategica la diversificazione. Il Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale che è stato presentato il 21 marzo dal vice presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani in un evento in cui è intervenuto il presidente Marco Granelli, definisce un perimetro di sette aree e mercati con elevato dinamismo costituito da America Latina, ASEAN (Sud-Est Asiatico), Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Africa del nord e subsahariana. Nel 2024 in queste aree l’export di mobili, che vale 1,2 miliardi di euro e risulta superiore a quello diretto in Germania, terzo mercato dei mobili del made in Italy, è salito del 2,3%. Qui per scaricare la Nota dell’Ufficio Studi sull’export nei settori di MPI nei mercati ad elevato potenziale. La specializzazione dei territori nel legno-arredo, nelle imprese del legno-arredo in Italia sono occupati 220mila addetti, pari all’1,2% del totale occupazione delle imprese. La presenza di una specializzazione nel legno-arredo, rilevata da un più elevato peso del settore sull’occupazione delle imprese del territorio (vai alla tavola statistica), la riscontriamo in Friuli-Venezia Giulia con 18mila addetti (5,0% dell’occupazione del totale imprese della regione), Marche con 18mila addetti (3,9%), Provincia Autonoma Bolzano con 6mila addetti (2,8%) e Veneto con 42mila addetti (2,4%). Le province maggiormente vocate al legno-arredo sono Pordenone con 11mila addetti (10,6% dell’occupazione del totale imprese della provincia), Pesaro e Urbino con 11mila addetti (9,1%), Treviso con 20mila addetti (6,3%), Como con 8mila addetti (4,5%), Udine con 7mila addetti (4%), Monza e della Brianza con 11mila addetti (3,6%), Macerata con 3mila addetti (3,2%), Matera con poco meno di mille addetti (3,1%), Forlì-Cesena con 4mila addetti (3%), Pistoia con 2mila addetti (2,9%), Bolzano con 6mila addetti (2,8%) e Bari con 8mila addetti (2,5%). L’asse padano dei mobili, la presenza del made in Italy dei mobili nel mondo è resa possibile dalla ricchezza del sistema imprenditoriale diffuso sul territorio e che presenza distretti di elevata specializzazione. Come evidenziato in un report dell’Ufficio Studi presentato a Como a inizio anno, le province di Brescia, Bergamo, Milano, Monza e Brianza e Como per la Lombardia, quelle di Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona per il Veneto e quelle di Udine e Pordenone per il Friuli-Venezia Giulia, costituiscono l’‘asse dei mobili’ della pianura padana che unisce i distretti specializzati nella produzione di mobili. Nel loro complesso, le 12 province in esame sono il terzo esportatore europeo di mobili, dietro a Polonia e Germania. Complessivamente, queste province esportano mobili per un valore equivalente a quello di Spagna, Danimarca e Francia messe insieme.