Centri storici e affitti brevi tra il Ministero del Turismo e Confartigianato Cluster Turismo dialogo per correggere un fenomeno dilagante fuga dal centro storico anche di attività artigiane ”oggi il fenomeno sta coinvolgendo anche il nostro territorio, con conseguenze presenti e future da tenere sotto controllo” Barbara Lancini presidente di Confartigianato turismo Arezzo
Arezzo- Rendere i centri storici luoghi più abitabili dopo le trasformazioni degli ultimi decenni che ne hanno fatto centri mangia e bevi per strada non in grado di assorbire ondate turistiche divenute spropositate. Una fuga dal centro storico anche di attività artigiane che si trovano costrette a chiudere a causa di una gentrificazione sempre più elevata “Tutto questo succede nelle grandi città a vocazione turistica, ma oggi il fenomeno sta coinvolgendo anche il nostro territorio, con conseguenze presenti e future da tenere sotto controllo” sottolinea Barbara Lancini (nella foto) presidente di Confartigianato turismo Arezzo. Intanto tra il Ministero del Turismo e Confartigianato Cluster Turismo è in corso un dialogo per correggere un fenomeno dilagante, quello degli affitti brevi, soprattutto nei centri storici e prevalentemente gestiti attraverso delle piattaforme digitali. Fenomeno che concorre con chi fa accoglienza in maniera imprenditoriale. “La nuova bozza del disegno di legge sugli affitti brevi, prevede delle importanti novità: a tutti gli appartamenti affittati ad uso turistico e anche alle strutture alberghiere ed extra alberghiere, sarà assegnato un codice identificativo nazionale (Cin) che dovrà contenere l’indicazione del numero di posti letto disponibili. Sarà obbligatorio esporre il Cin all’ingresso dell’unità immobiliare e indicarlo in ogni annuncio” spiega Lancini. Altre novità introdotte anche grazie al contributo di Confartigianato Cluster Turismo, sono legate al numero di notti durante le quali soggiornare negli immobili ad uso abitativo locati per finalità turistiche. “Il soggiorno non potrà essere inferiori a due notti” aggiunge Lancini “ed inoltre, il numero di appartamenti dello stesso proprietario che possono essere dati in locazione breve viene ridotto. In questo modo il regime fiscale delle locazioni con cedolare secca, potrà essere applicato solo a chi affitta fino a 2 case, oltre le 2, il proprietario diventa imprenditore e dovrà rispettare la relativa disciplina”. Un giro di vite che interessa anche il territorio aretino, sempre più a vocazione turistica e che pone delle regole per favorire la corretta concorrenza. “Secondo quanto recita la bozza” aggiunge ancora Lancini “vengono innalzate le sanzioni con multe fino a 5 mila euro per chi affitterà una casa per una sola notte e fino a 8 mila euro a chi concede in locazione un immobile a uso abitativo per finalità turistiche privo di Cin”. In discussione anche un’altra istanza avanzata da Confartigianato riguardante la possibilità di introdurre nel testo anche poteri specifici da attribuire ai sindaci per limitare anche temporaneamente gli affitti turistici in determinate zone della città a particolare valore storico e concentrazione del fenomeno “Si tratta di misure necessarie a salvaguardare l’ecosistema urbano e tipico del nostro territorio fatto di botteghe artigiane e piccole attività imprenditoriale che senza residenti, sarebbero costrette ad abbassare le saracinesche” conclude Lancini.